Tuesday, September 23, 2008

Hawaii 6 la gita ad Hana prima parte

Facciamo un lungo tratto di strada fino a Paia dove ci fermiamo a fare colazione in un posto consigliato dalla guida.
Non ero mai andato seriamente a fare “colazione” negli USA, sapevo che si mangiava discretamente ma....
Entriamo e nei piatti delle persone c’è “la sagra della caloria....”
Uova bacon e carne conditi con salse multicolori in un piatto solo.
Vabè che “la colazione è un piatto importante”....così come
“non esistono più le mezze stagioni” e
“bisogna bere almeno due litri di acqua al giorno”
Però qua si esagera.
Mangiamo qualcosina veloce e ripartiamo.
Uscendo la Krucca legge un cartello :”ultimo ristorante prima di Hana” e pensa nel suo romanesco perfetto:” seeeeee figurate, mancano ancora 70 chilometri questi ce stanno a provà!”
Adesso se siete capaci treducetelo in crucco...!
Da lì comincia la nostra piccola avventura fatta di ponti, curve e, tavolette antivomito...
Attraversiamo all’inizio piantagioni di ananas e canna da zucchero poi la strada sembra scavata nella vegetazione più che nella montagna e costeggia il mare con curve tortuose.
Mi ricorda tanto la costiera amalfitana, ma qua la vegetazione è lussureggiante,
a tratti invadente.


Ci sono piante di ogni tipo ed ogni tanto un frutto della passione cade dagli alberi.
Lungo il percorso ci fermiamo per andare a vedere una cascata.
All’entrata c’è un piccolo baracchino che vende frutta e succo di canna da zucchero.
Ci fermiamo, la Krucca commette l’errore di chiedere Ananas invece di Pineapple e da quel momento la signora le parla in tedesco...(misteri della linguistica... comunque 1-1 con l’hawaiano indovina accenti).
Prendiamo anche del succo di canna e il ragazzo infila un pezzo di “sugarcane” in questo trabiccolo
















e “miracolosamente “ ne esce del succo dolcissimo.
Ci incammianiamo verso la cascata e la strada è cosparsa di alberi che non conosciamo.
Dopo poco cominciamo a riconoscere i frutti e così un albero di avocado,

















qualcuno di frutto della passione (credo)
















un banano (facile),
















Papaya e palme con noci di cocco


















e così via (nel senso che ne rimarrebbero almeno altri 20 da decifrare...)



















Sembra veramente il paradiso (l'ho già detto?)
La cascata non è un granchè
















non abbiamo le scarpe adatte e con i bambini in braccio ci roviniamo i piedi sui sassi.
Appena arrivati complice anche il succo di canna, mi mangiano le zanzare (che in paradiso non ci sono però) così torniamo alla macchina.

6 comments:

Crazy time said...

io sto facendo i bagagli.

mi trasferisco li'.

Crazy time said...

:)

gianlu, io mi do al turismo.

Emilia Barbato said...

Il razzismo è l'espressione del cervello umano ridotta ai minimi termini...Rigoberta Menchù.
Chiaramente non mi riferisco alle tue battute, ti conosco e so che scherzi, però credo sia opportuno non utilizzare luoghi comuni banali.

Emilia Barbato said...

E dai, lo sai chi sono, non hai bisogno di farmi sostenere la prova della CADREGA per capire che sono napoletana.
Lo sai, anche in passato, ho sempre risposto alle tue battute sui napoletani pur sapendo che era un tuo modo di scherzare. Del resto, una che si presenta il primo giorno di lavoro in sede con una valigia blu non può ASSOLUTAMENTE essere leghista. Grazie per il benvenuta, ma seguo il tuo blog dall'inizio e lo trovo divertente e animato da belle persone. No, non ho visto lo sketch ma immagino che con Covatta sia esilarante. Provvederò a guardarlo. Bye

dioniso said...

I frutti tropicali mi affascinano molto.

Durante il nostro viaggio a Cuba mi feci una cultura in materia e rimasi molto stupito per il fatto che ci fossero così tanti frutti buonissimi ancora sconosciuti in Europa. Come ad esempio il mamei: frutto nazionale a Cuba.

Anonymous said...

Ho capito andrete tutti a fare i fruttivendoli sullaspiaggia: "cocco bello"...