In cui la stanchezza mi prende dentro.
Una stanchezza vecchia e stracca.
Non viene mai da sola,
sua sorella tristezza arriva dopo un po’.
E allora sto lì,
sfinito
lascio andare la mia anima
in cerca di di ristoro.
Sono questi i momenti in cui la musica mi culla
ed anche questo sporco mondo mi sembra migliore.
In quelle sere la canzone giusta può fare molto.
Allora la cerco ovunque.
Stasera l’ho trovata.
A me piacciono i contrasti.
E questo "scricciolo" pieno di cotanta voce mi emoziona sempre.
Dedicata a tutti quelli che soffrono d’insonnia.
Ma soprattutto a te Ute, che passi presto.
E poi sarà come morire cadere giù non arrivare mai....
E poi sarà come morire la notte che non passa mai...
E poi sarà come sparire in un vuoto che abbandona...
E poi sarà come sparire nel vuoto che non smette mai...
8 comments:
Accidenti che canzone laluke.
Accidenti!
E' così!
Ci sono sere in cui non passa mai.
In cui la tristezza ti entra dentro, ti prende. Ma, certe sera, laluke, devono essere solo sere; dopo la notte, dopo il buio, ci deve essere per forza un meraviglioso giorno e alla luce del giorno tutto sempbra diverso. Vero? Tutto passa, vero? Ute
Rileggo solo ora il commento e scusa, ho commesso un casino di errori, l'emozione! maledette emozioni. Un abbraccio
"La musica aiuta a non sentire dentro il silenzio che c'è fuori"
J.S. Bach
mi piace molto questa canzone.
baciottoli
valeriascrive
Monelli e allegri come sempre ringraziando il cielo. I tuoi tutto bene? Un abbraccio anche alla dolce crucca. Ute
si proprio quelli :)
Certo, la conosco bene... una grande tristezza e una nostalgia di non so cosa.
Forse, come diceva un famoso maestro di tango, nostalgia di una donna e di un amore che continui a cercare e che non incontrerai mai.
Io ho risolto appunto andando a ballare il tango argentino.
E tanto per rendere un'idea
http://www.youtube.com/watch?v=kUof6qa10yM
Il ballerino si chiamava Gavito, adesso è morto, è sua la frase che dicevo prima.
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