Mi aveva colpito il fatto che Dioniso e la sua Zucchero spengano la pasta otto minuti prima di scolarla.
E' un risparmio netto, ho pensato. Ma come quantificarlo?
Durante la mia esperienza in California ho studiato la possibilità di misurare i processi aziendali dal punto di vista del consumo di risorse.
Quello del consumo delle risorse mi pare un problema rilevante.
Alcuni dati
Siamo sempre di più, nel 2042 saremo 9 miliardi (fonte wikipedia).
Nel 2009 secondo il WWF ci è servito il 130% delle risorse che il pianeta è in grado di produrre in un anno.
Inoltre continuando così nel 2035 avremo bisogno di due pianeti per andare avanti.
"Avatar" non è un poi così tanto un film di fantascienza... o no?
Quindi è fondamentale (secondo me al prezzo della sopravvivenza umana) ridurre il consumo di risorse del pianeta.
Non c'è soltanto un problema energetico,
non c'è soltanto un problema di riscaldamento del pianeta,
esiste un serio problema di risorse.
Uno dei lavori che mi piacerebbe fare nei prossimi anni è quello di aiutare le aziende a capire come ottimizzare il consumo di risorse.
Sarebbe bello per cominciare, riuscire a capire qual'è l'impronta ecologica (in termini di consumo di risorse naturali, di apporto al global warming) dell'azienda nella produzione di uno specifico prodotto.
Tale risultato potrebbe poi essere scritto sull'etichetta del prodotto, dando ai consumatori la possibilità di scegliere il prodotto anche in base a questa informazione.
Di più, sarebbe utile effettuare le misurazioni citate su tutto il ciclo di vita del prodotto, prendendo in considerazione le materie prime come l'utilizzo del consumatore finale ed anche le modalità di riciclo di quanto rimane del prodotto.
Sarebbe bello arrivare ad un risultato di questo tipo.
Peccato che su questo argomento, non esista alcuna norma condivisa e quindi per i prossimi anni continueremo a suonare musica sul Titanic vivendo al di sopra delle nostre possibilità....
Però qualcosa (piccola) si muove.
Barilla ha pubblicato un interessante report riguardante il consumo di mezzo chilo di pasta. Siccome tale report è pubblico e reperibile qui, voglio proporre alcuni dei grafici di questo report (sperando che nessuno se la prenda...).
Innanzi tutto un premessa:
Questa Dichiarazione ambientale di prodotto ha come oggetto la pasta secca di semola
di grano duro a marchio Barilla, prodotta in Italia e confezionata in astucci di cartoncino
in confezioni da 500 g.
Qua si vede come la cottura abbia un alto impatto nella misura dell'energia connessa alla produzione della pasta.
Quindi gli otto minuti in meno contano eccome.
iniidswf
Questo grafico dà evidenzadi quanto la cottura sia rilevante in termini di globalwarming potential misurato in .
grammi di CO2 equivalente. Per approfondimenti su questi concetti si veda qui
Qui c'è un idea di come intendere l'impronta ambientale
Qui qual'è l'impronta del mezzo chilo di pasta
In termini di consumo di acqua, produrre mezzo chilo di pasta costa 695 Litri.
Vi sembra troppo?
Sapete quanta acqua ci vuole per una Bistecca?
Insomma il documento mi pare molto interessante.
Ne terrò sicuramente conto la prossima volta che vado al supermercato.
3 comments:
Ciao Gianlu! Che onore! Grazie per la citazione.
Mi fa piacere sapere che gli otto minuti in meno contano eccome. Cerco sempre di convincere parenti ed amici, ma spesso anche dopo la prova che la pasta si cuoce comunque continuano ad usare il vecchio sistema.
Forse dovrei pensare ad un approccio porta a porta la domenica mattina ;-)
Per diminuire notevolmente il tempo di cottura della pasta, basta metterla prima a mollo in acqua fredda. Funziona.
io vado con il vecchio metodo più abitudine che per convinzione
Post a Comment