Tuesday, March 24, 2009

Ridere.

Sono sempre rimasto affascinato dalle persone in grado di far ridere.
Avevo un amico irresistibile. Quando era in serata ci faceva letteralmente "scompisciare". Nel tempo avevo imparato a capire quando stava per iniziare, usava una tecnica precisa, quella del tormentone, lo preparava con una cura insospettata e poi al momento opportuno lo faceva venir fuori ed insisteva, insisteva fino a risultare esilarante.

Qualche giorno fa mi è capitato di leggere questo articolo al riguardo e credo proprio che leggerò il libro.
L'articolo, cercherò di aggiungere mie interpretazioni...

Sono otto e sempre uguali
i motivi per i quali si ride
Uno scienziato inglese ha identificato gli schemi che scatenano l'ilarità: sono gli stessi in ogni luogo. per esempio, i tormentoni. O l'immarcescibile doppio senso.

NON IMPORTA da quale parte del mondo provieni né qual è il tuo grado di sensibilità. Si ride e si sorride sempre per i soliti otto motivi, da nord a sud del pianeta. Questo il risultato di una ricerca di Alastair Clarke, un teorico evoluzionista inglese che ha identificato gli otto schemi dell'ilarità.

Clarke è giunto a questa conclusione dopo aver studiato oltre 20mila situazioni comiche nel corso della Storia, dalle barzellette che si raccontavano nel XIV secolo fino agli sketch della moderna televisione. La sua ricerca ha preso in esame le fonti suddividendole in due grosse categorie, la prima comprendente tv, radio, libri, giornali, musica; insomma tutto ciò che può essere prodotto per scatenare ilarità, e la seconda le normali interazioni tra esseri umani (che spesso sono più divertenti di un film comico).

Ne è risultato che le tipologie del "sense of humour" calzano entro otto precise categorie, che niente hanno a che vedere con il grado di civilizzazione o culturale né con il nostro gusto personale. "Per quanto a molti possa sembrare assurdo - spiega lo studioso - questi pochi schemi sono l'unico vero stimolo che sta dietro le nostre risate. Poco importa, in realtà, il contenuto della sitcom che stiamo guardando o la storiella divertente che ci hanno raccontato. L'importante è che si presenti almeno uno di questi otto schemi mentali".

Le conclusioni del suo lavoro verranno presto pubblicate nel libro "The eight patterns of humour" (Gli otto modelli dell'umorismo). Secondo Clarke il cervello umano inconsciamente va a scovare questi schemi e quando li trova si auto-ricompensa dello sforzo con una bella risata. "A volte un singolo schema è la causa, ma può trattarsi anche della combinazione fra due o tre, riconosciuti simultaneamente. Teoricamente non c'è limite alle possibili combinazioni ed è per questo che ciascuno ride in modi e momenti diversi".

Ma vediamo esattamente di cosa si tratta. La maggior parte degli schemi indicati dallo scienziato inglese sono molto semplici e di comprensione immediata. Il primo della lista è quello della "ripetizione positiva", ovvero quella ripetizione continua di una frase, un gesto o un'intera scena che ritroviamo nel cabaret e che appartiene allo spettacolo fin dalle origini della commedia. In una parola, un tormentone.

Uno dei migliori fra quelli che ricordo è quello di frau Blucher


C'è poi il meccanismo della "qualificazione", meno intuitivo del precedente, dove una parola familiare è detta in modo non altrettanto familiare (un esempio per tutti l'accento dell'ispettore Clouseau nel film "La pantera rosa").

Oppure il celeberrimo dottor frankenstiin


noo si pronuncia AIGOR....;-)


Il terzo schema è quello della "ricontestualizzazione qualitativa", che si presenta quando qualcosa che conosci bene viene stravolto o ridicolizzato. In questo caso può trattarsi anche di una situazione scollegata dal mondo dello spettacolo, di vita quotidiana, come ad esempio il nuovo taglio di capelli di un amico che di colpo somiglia a un carciofo.


Sulla ricontestualizzazione mi piace molto Enrico Brignano.


Lo schema dell'"applicazione" è quello del doppio senso, vale a dire quando parole o intere frasi hanno un significato ambivalente.

Su questi ultimi (ma forse anche relativo al meccanismo della scala citato più avanti) mi viene in mente questa magistrale esposizione di Steve Martin in "Roxanne" (purtroppo solo in inglese).



Ci sono poi gli schemi della "fine", quando cioè è il pubblico a dover completare con la propria immaginazione il senso di una frase o di uno scenario,



della "divisione", che si ha quando una situazione viene interrotta e ripresa da più persone,


e dell'"opposizione", che include tutto ciò che è riconducibile all'ironia e al sarcasmo.
Allo schema dell'opposizione è ad esempio riconducibile anche la distorsione che uno specchio dà delle immagini, proprio perché in questo caso si ha il riflesso di un'immagine che si "oppone" a se stessa in modo simmetrico ma per noi estraniante.



Infine, Clarke segnala lo schema della "scala" che si incontra quando prendiamo qualcosa e lo riproponiamo in dimensioni totalmente diverse. L'oggetto rimane lo stesso ma è appunto la scala dimensionale a cambiare, creando un disorientamento che stimola il nostro cervello.

Il "matrix ping pong" potrebbe essere un buon esempio


Secondo gli studiosi questi schemi potrebbero aiutare sceneggiatori e cabarettisti a migliorare la qualità di film, spettacoli teatrali e sketch di improvvisazione. E magari anche la nostra vita privata, evitandoci l'imbarazzo di raccontare una barzelletta che, non rientrando in nessuno degli otto modelli, non farebbe ridere nessuno.

Vabè mi pare di capire che in alcuni dei link citati si ritrovino più schemi fra quelli citati e questo aumenti l'ilarità della cosa.
Avete per caso altri da citarne?
Adesso "scadiamo" un po'....non so perchè ma a me queste indicazioni "ripetute" fanno morire dalle risate.
Qualcuno di voi sa dirmi a quale categoria appartengono?

4 comments:

Crazy time said...

gianlu, mi tocca rileggerlo almeno altre due volte per prenderci familiarita'e rispondere alla tua domanda. grazie per queste informazioni e per i video che mi hanno fatto fare un bel po' di risate.
baci
vale

Anonymous said...

l'ultimo su bombolo....e ce ne so de mejooo....non si può catalogare è ironia romana....!A' bellooooo tam

Emilia Barbato said...

Divertentissimo.
Grazie un pò di ilarità fa bene durante la pausa pranzo...Grandi i video di Frankestein! Pardon Frankestin ... ih! ih!

Emilia Barbato said...

Divertentissimo.
Grazie un pò di ilarità fa bene durante la pausa pranzo...Grandi i video di Frankestein! Pardon Frankestin ... ih! ih!