Quando ero piccolo mio padre mi diceva sempre:
"Luca, non importa che tu faccia lo spazzino o l'astronauta, l'importante è che qualunque cosa farai sia fatta al meglio delle tue possibilità".
Così un giorno chiesi:" ma papà come fa uno spazzino a fare il suo lavoro al meglio?"
La risposta non la ricordo ma adesso, con circa trent'anni di ritardo ho un po' capito.
I pompieri di Mountainview, quando non hanno niente da fare lavano le loro macchine e la loro officina fino a farle diventare uno specchio.
Perchè lo fanno? Perchè non puliscono semplicemente?
Perchè sono fieri del loro lavoro e vogliono farlo al meglio.
Con lo stesso spirito mi capita di fare il mio lavoro da qualche anno.
Mi impegno, cerco alternative, lavoro fino a tardi, ci penso e ci ripenso fino a quando non trovo una soluzione.
Intorno a me, un gruppo di persone che condividono, spingono, si arrabbiano, e lottano.
Ma il resto è tutto un ma chi te lo fa fare?
Ma che ci guadagni?
Ma vuoi proprio fare carriera!
Ma sei proprio un secchione!
Ed io mi incavolo.
Stasera ne parlavo con R. (è incredibile, ogni volta che ci confrontiamo su qualcosa siamo d'accordo) c'è troppa gente menefreghista che tira a campare in questo paese.
E con queste persone non andiamo da nessuna parte.
Detto questo odio le aziende che sfruttano i lavoratori, le paladine del precariato, e del lavoro nero, Sia chiaro!
Ma a volte mi chiedo:
"Dov'è la soluzione?"
E' impossibile pensare a meccanismi di flessibilità che non torturino le persone ma assicurino il lavoro ai più meritevoli?
In America le aziende si spingono a livelli impensati per attrarre i migliori talenti.
Sempre in America le persone sono spinte a lavorare bene anche dal rischio di essere licenziate.
Senza arrivare ai licenziamenti facili come si fa a cambiare le cose?
4 comments:
credo che lo sfruttamento sia abitudine piu' comune in Italia che negli Stati Uniti. Un lavoratore italiano non e' abituato a dare il giusto valore al suo tempo e alla sua professionalita' mentre un lavoratore statunitense e' sempre consapevole di entrambi. E' disposto alla flessibilita' purche' non sia precarieta' e sempre e comunque pretende di essere ben retribuito. Insomma e' un DO Ut Des che a noi italiani pare impensabile. In genere.
La soluzione, il giusto compromesso non so dove siano, ma se guardo al mondo del lavoro del Belpaese e al mondo del lavoro negli USA, culla del capitalismo, preferisco quest'ultimo. Con tutti i suoi difetti.
valeriascrive
La paura in generale spinge le persone, ma la paura passa, ci si abitua.
Le motivazioni durature sono altre secondo me.
Il rischio di essere licenziati è una motivazione solo se tu sai che perdendo quel lavoro perderai un occasione di crescere professionalmente ed economicamente.
Da noi se perdi il tuo lavoro da precario a 1000 euro al mese, spesso a fare il fotocopiatore per 11 ore al giorno, non penso che ci sia molto da disperarsi.
Io ho numerosi amici che sono scappati all'estero, chi in stati garantisti e socialdemocratici che in stati più liberisti. Molti di questi stanno per comprare casa ed iniziano a progettare la loro vita "seriamente".
E da noi?
Ciao Gianlu
prima di tutto grazie tante per la tua visita e ricambio con molto interesse e ti faccio i miei complimenti per il tuo blog molto fresco e molto avvincente da leggere.
Mi ritrovo molto nelle tue parole.
Continuerò molto volentieri a seguirti.
buonissima giornata :-D
Silvia
Fratellone ti ammiro perchè non molli, io credo di aver quasi gettato la spugna. Forse la mia negatività è data dal fatto che lavoro in una azienda poco meritocratica e molto politicizzata. Mi sono proprio rotto i coglioni di lavorare e raddoppiare le previsioni senza che nessuno ti dica niente. Qui premiano chi crea grattacapi gettando al vento la propria professionalità.
Morale della favola: alle volte mi lo chiedo anche io chi me lo fa fare.
Scusa lo sfogo ma questo tuo post arriva nel momento in cui mi girano a quattromila.
Un bacio a tutti.
P.s. rispetto al tuo pesce lesso io sto ancora a digerì l'antipasto della vigilia.
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