Saturday, August 2, 2008

La Birra per fare i Rutti

Quando ero piccolino (e quindi tanto, tanto tempo fa) e fino all’età di 13 anni, mio padre mi portava a mangiare in uno dei primi fastfood che abbia mai frequentato.
Il nome l’ho scordato ma mi ricordo che era fra il Quirinale e via Nazionale.
Ovviamente mi piaceva molto mangiare hamburgher e patatine, ma quello che amavo più di tutto era la Root Beer.
Mi sentivo abbastanza importante a bere una "birra" così piccolo,
tanto più che ce la servivano rigorosamente alla spina.
Solo che c’era una cosa che proprio non mi convinceva: ma perchè si chiamava Root Beer ? Che c’entrava la parola Root?
Beh uno di quei giorni (ero già abbastanza "grandicello" per la verità...) commisi l’errore di chiedere a mio papà la spiegazione. A volte, per evitare di dire un semplice “non lo so”, con la maggior naturalezza possibile, mio padre inventava al momento una storia credibilissima (almeno lo era per me...).

Ad esempio, una volta mi ha fatto credere che le staccionate di legno, siccome sono piantate nel terreno, crescono se le si annaffia (e’ veramente diabolico!)

Così prontamente mi rispose:”si chiama Root Beer perchè è la birra per fare i rutti!”
Non mi ricordo se la bevvi (la storia, non la bevanda!) ma dopo un po’ la birreria chiuse e persi completamente di vista la mitica Root. Mi chiesi ovviamente dove fosse finita ma a quel tempo di internet neanche a parlarne e quindi nisba.

Al lavoro ci siamo trasferiti da poco nel nuovo edificio. Tanto per cambiare è bellissimo, ha la vista sulla baia dispone di un campo da basket, una biblioteca, bagni con le docce, una terrazza anche questa con vista e l’immancabile cucina.
Ma perchè in Italia non ce l’abbiamo? Mah!
Unica pecca i blocchi. Li odio!
Per il lavoro in team sono tremendi ma devo dire che tanto abbiamo a disposizione un sacco di aule meeting.
Oggi avevo voglia di qualcosa di diverso dal solito caffè americano e così ho aperto il frigo delle meraviglie. Lo chiamo così perchè ci si trova di tutto e gratis!.
Mi cade l’occhio su una lattina di birra e mi dico ma possibile che si possa bere birra al lavoro?
Va bè che siamo in Chelifornia, ma questa la voglio proprio vedere, così la prendo e....
NON CI POSSO CREDERE...

La mia Root!...In lattina?

La prendo, la guardo c’è sopra un botolo che mi guarda in cagnesco (e come ti deve guardare? È un cane...).
La bevo di gusto. Sembra proprio lei.
Vi capita mai di sentire un odore, un sapore che vi ricorda la vostra infanzia?
Come direbbe qualcuno che conosco:"non ha prezzo"
Sento però un retrogusto amarognolo che non mi ricordavo e non mi convince per niente.
Comincio a scrutare la lattina, e mi cadono le braccia (per non dire qualcos’altro), l’ha comprata la Pepsi!
Poi non capisco, questa di chiama Mug Rootbeer. (che Mug sia il nome del detestabile botolo?)
Mi girano abbastanza le scatole ma continuo a leggere, c’è un sito Internet .
Vado sul sito e mi leggo la spiegazione. E’ un po’ romanzata ma tradotta dice più o meno così:

Prima di tutto c’era la Root Beer. (e mi torna alla mente qualcosa, ma non riesco proprio a capire cosa...)
Prima della cola (intende Cocacola e Pepsi ma non lo scrive... il subdolo) delle bibite energetiche per lo sport (?) addirittura prima delle soda cremose (Ma-de-che???), c’era la Root Beer.

Mi sto immaginando l’uomo preistorico seduto su un masso che ha appena appoggiato la clava (evidentemente è in pausa...) ed ha in una mano i capelli della moglie che si è trascinato dietro (moglie? che moglie....la malcapitata di turno...) e nell’altra mano la mia Root.
Devo dire che l’immagine non mi disturba affatto ....!

E continua....ve la faccio breve...
Prodotta dalle radici (Root) del Sassafrasso, un albero americano della famiglia del lauro (per capirci tipo l’alloro, altro che birra per fare i rutti...) negli anni 50 dalla Belfast beverage company (che la mia Root sia irlandese?).In origine era disponibile solo a S.Francisco.

Poi la Belfast cambia nome in “Mug”
(e da qua il baratro...ma quando lo capiranno che non basta cambiare nome alle cose per venderle? Anzi il più delle volte è controproducente? Ricordate la storia di cambiare nome alle Fiat?).

Nel 1960 è introdotta sul mercato una Root dietetica....
(no comment. La mia Root senza zucchero...)

Nel 1986 la Mug è acquisita dalla Pepsi
(Ecco forse perchè è sparita, comunque, ben vi sta! Mug Root Beer, la birra del botolo ingrugnato, ma per favore!).

Sebbene la storia esatta di questa dolce e caratteristica bevanda (bevanda?!?!!?) sia incerta, la maggior parte degli esperti
(leggi: nessuno dichiarerebbe questa cosa neanche sotto tortura)
concordano sul fatto che gli antenati delle moderne Root beer furono gli elisir miracolosi datati XIX secolo....
(eeeeeeh?!?!? Vabè ho capito: Wikipedia)

Per fortuna si scopre che ne esistono tante varietà di cui una anche alcolica...
Papà, mi chiedevo....:" non è che per caso mi ha fatto bere questa"?
Perchè sai questo spiegherebbe tante, ma proprio tante cose.....!

Per chi vuole approfondire la storia questa è la wiki-verità
http://en.wikipedia.org/wiki/Root_beer

25 comments:

Anonymous said...

Farò la proposta di mettere la root beer nei nostri distributori...

Anonymous said...

bellissima cronaca da Chelifornication (RHCP docet).
Per tornare alla concezione del lavoro fuori Italia: è incredibile, no? Perchè essere puniti 2 volte una per venire al lavoro e l'altra per lavorarci male? Tanto vale offrire possibilità per lavorare meglio. Ma a noi fa pecca tra le altre cose un sindacato che ha sempre pensato (che ha nel suo retroterra) "il controllo dei mezzi di produzione" e quindi vede come ammorbidenti qualsiasi iniziativa da parte dell'azienda e la contesta e non si spende. Eccoci quini in tristi aree chiamate aree ristoro con tanto di macchinette del caffè e merendine.
Per fortuna dove lavoro l'ho scampata. Forse perchè sono americani?

Unknown said...

Federico, non sarebbe male sai che belle riunioni verrebbero fuori....

Ubik
Su questa cosa con me sfondi una porta aperta.
Sono anni che vado dicendo a tutti che i dipendenti vanno fidelizzati e non colpevolizzati. La mia azienda in questo senso ha fatto un bel po'.
Sta rivedendo gli uffici che sono già migliori di tanti altri che ho visto, poi organizza tante manifestazioni per farci incontrare e stare insieme. Fa alcune cose per le famiglie, dà il benvenuto ai nuovi nati. Insomma qualcosa si muove. Il problema però secondo me è più generale.
L'altro giorno un mio collega Krucco ha chiesto al nostro capo come mai nel nuovo edificio non ci fosse il ping pong... (ed io, per primo ho pensato "questo è matto") ed il mio capo, invece di imbufalirsi come avrebbe fatto il 99% dei manager italiani che conosco, gli ha detto che se ne aveva bisogno poteva usare quello dell'edificio accanto...!
Insomma qua è proprio il concetto di orario lavorativo che non è in sè punitivo. Non ci si aspetta che qualcuno per giocare a ping-pong non faccia quanto gli è stato assegnato.
Da noi è' come funziona qualsiasi cosa nel paese che è sbagliato, la cultura del sospetto scatenata da quella della furbizia. Poi c'è un'altra cosa che non abbiamo ancora capito:
il lavoro non si misura in ore.
Io ti affido un compito, un progetto, la stesura di un articolo, la pulizia di Piazza Venezia (qualsiasi cosa). Concordiamo il tempo che ti serve, se necessario fissiamo degli incontri di stato avanzamento dove mi fai vedere come stai procedendo, ma poi alla fine la responsabilità è la tua. Se tu fai un lavoro ben fatto in cinque ore invece che in cinque giorni la sostanza non cambia. Alla fine io ho un lavoro ben fatto. Invece noi, spesso per l'incapacità dei nostri manager, non assegniamo lavori,o li assegniamo "vagamente" non li controlliamo, ma se esci cinque minuti prima (o peggio se attachi alle sette ed esci alle quattro) c'è sempre il collega, il capo, che ti fa la battutina: "mezza giornata oggi?"
Su questo i tedeschi e gli Americani sono avanti, ma anche gli altri stanno capendo. Rimarremo da soli con la più bassa produttività del mondo ma attentissimi ai cinque minuti.
Non so se sia un problema sindacale, a me i sindacati italiani non piacciono molto, ma sono disposto a riconoscere che senza di loro ora forse saremmo come la Cina.
A presto
G

Pluto said...

bene ecco un altro blog di emigranti in usa :)

Unknown said...

Ciao pluto
Benvenuto sul blog.
Si noi siamo "emigrati" un mese fa ma staremo qua per un tempo limitato.
Per il momento stiamo dando un'occhiata con la consapevolezza di chi tanto un giorno tornerà a casa.
Non ho ancora capito se questo sia un bene o no. Tu che dici? Hai qualche esperienza?
A presto
G

Anonymous said...

Sottoscrivo Gianlu tutto quello che hai scritto.
Per quanto riguarda il sindacato troppo arduo affrontarlo, ma ho qualche esempio nella manica e altre considerazioni, quando avrò tempo renderò edotto il popolo del blog con un mio post, semmai.
A presto.

Unknown said...

Ubik,
non vedo l'ora!
Io non ho capito che lavoro fai ma ho la sensazione che su questo tu sia anni luce davanti a me...!
A presto
G

Anonymous said...

A gianlu, ne faccio tremila e diversi.
Comunque il fisso stabile me lo garantisce il portierato alla New York University; poi faccio il "consulente" per la mia azienda sulla Qualità (ISO) e sulla sicurezza sul lavoro; ho messo su una onlus che tra cooperazione e audiovisivo si occupa (ed è il mio campo) di progettazione e urbanistica partecipata (co-housing et similia);
collaboro con la rivista e vado in giro nelle scuole superiori con un progetto di storia del medio-oriente (sempre per la rivista).
La conoscenza del sindacato mi viene dalla precedente esperienza (sempre con la stessa azienda) perchè facevo il responsabile per le risorse umane (di cui non ne potevo più e mi sono fatto accantonare in questo lido che mi permette di fare le altre cose), inoltre un'altra fetta di conoscenza proviene dalla rivista con la quale si incontrano molte realtà e si organizzano incontri e si approfondiscono temi anche di questa fetta del mondo del lavoro (abbiamo interviste bellissime sui piccoli imprenditori o autonomi e precari). Qualche disavventura recente nel cacciare un fannullone dalla nostra azienda che i sindacati hanno difeso: preferendo la conservazione del posto di lavoro contro un'uscita ammortizzata. Vabbuò mi fermo.
Arrivedorci.

Unknown said...

Scusa, per riassumere in estrema sintesi,
- eri il direttore delle risorse umane di un'azienda
-ora fai il portiere per un'università ed altri cinque lavori
-solo per avere il modo di contemplare nel tuo lavoro i tuoi interessi?

In altre parole...ci sei riuscito?
Dev'essere stata una bella e rischiosa scelta di vita!
Complimenti!
G

Unknown said...

e ancora...
perchè non ne potevi più?
Lavorare nell'hr di un'azienda dev'essere una bella esperienza se hai la possibilità di cambiare qualcosa!

Pluto said...

6 mesi non e' tantissimo ma sufficiente per farsi una idea della vita americana. io son qua da 1 anno e non ci penso a tornare in italia

Unknown said...

Pluto,
Infatti comincio ad avere la sensazione che qua sia meglio...
Sar� perch� la gente si rispetta, perch� nessuno cerca di calpestarti, perch� si mangia benissimo e qualsiasi cosa, perch� il tempo � ideale, perch� l'organizzazione � incredibile, perch� � bellissimo per i bambini, perch� non c'� traffico, perch� � tutto pulito, perch� hanno un'altra concezione del lavoro, perch� non vedo criminalit�...
Ok io ho enfatizzato i lati positivi che ho visto finora, adesso lascio a te quelli negativi...
A presto
G

Amico di Novembre said...

Allora il locale era il Piccadilly e stava a Piazza Barberini un po più su del cinema omonimo.
Non ci provare a dire che te l’ho data da bere perché la coca cola era di rigore, quindi le spiegazioni le devi trovare da un’altra parte, forse da quella gran caduta di testa dal comò di Cittanova.
Sul fatto poi che la root beer fosse la birra per fare i rutti, credo proprio che te la sei inventata perché io non mi ricordo proprio di averlo detto.

Anonymous said...

Non il direttore, il responsabile.
Praticamente il team era composto dal direttore commerciale, da me e da un altro che doveva fare il responsabile tecnico e via via (dato che si sentiva arrivato) mi sono sobbarcato della Qualità e della Sicurezza. Le uniche due cose che mi sono lasciato, un pò perchè mi piacciono e un pò perchè mi conviene mantenere una zampa solida in azienda. Il lavoro di ora non ha praticamente impegni e durante quelle 8 ore me le lavoro ad altre cose e quindi sono produttive per il doppio del tempo. Il limite che sento è che via via sono diventato esageratamente geloso del mio tempo libero che nel futuro prossimo contemplo solo lavori molto free. E infatti appena il volume degli "affari" (del business, come dicono gli americani) degli impegni free mi danno tranquillità sufficiente mollerò l'altro.
Oh. Per ora mi va bene. Poi si vedrà. A presto e cari saluti.

Anonymous said...

Ah! Non ne potevo più per il discorso del tempo e delle gabbie rigide con cui in Italia viene insteso il lavoro appunto. Uscire da casa alle 7:00 (anche 6:00 alla volte) e rientrare alle 7:00 pm - 8:00 pm mi pesava non poco anche perchè l'impegno mi succhiava totalmente e il tempo libero era veramente poco e con poco spazio per altro. Insomma alla fine ero rinato...

Unknown said...

Gino,
ma io mi ricordavo anche di un altro locale vicino al quirinale (boh).
Comunque sta storia della birra per fare i rutti me la devo proprio essere inventata...
così come quella delle staccionate e altre che ora non mi ricordo ma so essere presenti.
Comunque io bevevo la Root e non la cocacola
Prontoooooo?!?!?!?

Ubik, ma quanto ti invidio, sei veramente un grande!

Unknown said...

Ciao gianlu, come è che hai detto "il lavoro non si misura in ore", quando tornerai dovresti spiegarlo ad una persona che conosciamo, appro, vedi che viene in California.
Saluti a casa.
FV

Unknown said...

Ciao Fabietto!
che bello risentirti!
Si infatti quando ho scritto pensavo vagamente anche un po' a lei...tanto prima o poi lo leggerà..e ci faremo 4 risate!
Lo so che viene e spero veramente che mi chiami così proviamo ad incontrarci. Sul serio non sto scherzando, dopo un mese unmese potrebbe anche mancarmi ...
qualcuno che mi cazzi un po....
;-))!
A presto
G

Unknown said...

Gino,
mi suggeriscono...ti ricordi quella volta che ci hai fatto credere che il cannone di mezzoggiorno del gianicolo spara una palla (ma quale palla? Ah si la palla che ci hai raccontato...) va a finire dentro la cupola del Pantheon?
Sei veramente Incredibile...;-)))

Crazy time said...

qui hanno una organizzazione nei posti di lavoro che LEVETE. Sono perfetti.

Pero' il frigo straripante di cibo mi mette addosso un po' di sensi di colpa (ma quanto volemo magna' da sta parte del mondo? Non sara' troppo?) e spesso e'pieno di barrette supercaloriche che ingrassi solo a guardarle o formaggi arancioni. Gna posso fa' .

ora continuo a leggere il blog.

Crazy time said...

dimenticavo, il messaggio di prima e' di valeriascrive.

Unknown said...

Ciao Valeriascrive, Benvenuta sul blog!
io tendo ad ingrassare in Italia, figurati qua. Hai notato come tutta la pubblicità sul cibo sia stra-bella? te lo presentano in modo che ti venga fame solo a guardarle.
Poi qua mi piace tantissimo andare da Wholefood è bellissimo. Sto pensando di aprire una sottoscrizione di investitori (leggi non c'ho una lira...)
per aprirne uno a Roma. Altro che Naturasi!
Per fortuna nel mio ufficio solo bevande ipocaloriche. Il cibo buonissimo e superinvitante è in mensa.
E' quella che mi distrugge...hai presente?
Un giorno indiano, un giorno messicano, un giorno cinese, alla fine della settimana, OBESO!
A presto
G

Pluto said...

beh ci sono diversi lati negativi nell vita in america, ma dipende che peso gli si da :)

Anonymous said...

Si, probabilmente lo e

Anonymous said...

Perche non:)